Censura letteraria: libri non conformi alla societÃÂ
La storia dei libri messi all'indice è vecchia come la letteratura stessa: non apprezzati, non conformi, essenzialmente scomodi. La censura letteraria non è una novità, molti dei grandi romanzi che compongono la storia della letteratura hanno avuto momenti bui, in cui sono stati estromessi dalla vendita, dalla lettura e dalla divulgazione. Questi romanzi hanno poi trovato il loro spazio nelle librerie di lettori fino a riguadagnarsi un vero e proprio posto nelle librerie. Inevitabilmente siamo tenuti a credere che questa censura appartenga al passato, al massimo a regimi teocratici totalitari lontani dal grande e luminoso Occidente. Purtroppo non è proprio così.

Perché si censurano i libri? Dalla Santa Inquisizione al moralismo scellerato
È innegabile il grande potere della letteratura, è così radicata nella nostra natura che la letteratura ha il potere di creare pensiero, di farlo evolvere e in alcuni casi influenzare il pensiero delle persone. La letteratura è un grande strumento di libertà. Non è così assurdo pensare che in una precisa societàalcuni famosi romanzi siano considerati dannosi per la formazione delle persone, specie per i più piccoli, è importante che alcuni messaggi considerati socialmente accettabili siano quindi promossi o vietati.
Ma è davvero giusta questa cosa? La letteratura, come qualsiasi altra forma di espressione artistica dovrebbe essere libera, libera da vincoli morali, pregiudizi e propaganda politica. La letteratura è un modo per indagare sul mondo e su noi stessi, i libri devono essere controversi. Perché se non ci mettono in discussione, se non mettono in discussione la nostra visione del mondo, se non ci fanno riflettere la letteratura non è più importante di qualsiasi mediocre programma tv.
Eppure la censura o peggio la riscrittura di opere esiste ancora e non appartiene solo a paesi considerati socialmente retrogradi. È sempre più presente qui, nel nostro progressista Occidente la pratica, molto simile a quella pratica dalla Santa Inquisizione di voler oscurare, censurare e peggio, riscrivere i libri.
Perché nella follia dell'ideologia woke, sei libero di esprimerti finché la pensi come loro, mostrando unicamente intolleranza. Una realtàche si vede sempre di più riflessa nella realtàdi Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, dove possedere (e leggere) libri è considerato atto sovversivo e per questo vengono formati pompieri che appiccano incendi per dare fuoco a queste inaccettabili proprietà.

La censura letteraria di Roald Dahl
Notizia che ha messo subito in discussione tutto il mondo letterario: l'editore britannico di Roald Dahl con complici degli eredi dell'autore, hanno deciso di riscrivere i libri dell'autore. A quanto pare da demonizzare sono le parole scelte dall'autore per descrivere personaggi come Oompa Loompa, considerate offensive e poco inclusive. Perché negli ultimi tempi vediamo una vera e propria censura di autori non considerati più conformi al pensiero dominante: quello politicamente corretto. Quindi le opzioni sono due: modificare i loro scritti o condannarli alla damnatio memoriae. Per non parlare della stupiditànel politicizzare scrittori per renderli utili alla propaganda, l'abbiamo visto con Dante e prima di lui altrettanti autori che vengono semplicemente piegati bandierine politiche. Perdendo di vista tematiche ben più importanti.
Non è con la censura che si crea consapevolezza
Nel più grande paradosso contemporaneo dove giovani e giovanissimi vengono lasciati a loro stessi con pieno accesso al web tramite uno smartphone, senza filtri e senza controllo, assistiamo però a dittatura morale sulla carta stampata. Non è grave il video violento su tiktok quanto lo può essere la parola "grasso" in un libro.
Non è oscurando che educhi i giovani alla comprensione e alla consapevolezza. Infondo, stiamo parlando del mondo che giudica la letteratura per l'infanzia come qualcosa di superficiale e privo di profonditàintellettuale, come se i bambini si meritassero contenuti che li rendono incapaci di riflettere e formare un proprio pensiero.